Omicidio - suicidio di stato

Omicidio – suicidio di stato

 

Le cronache di ieri ci hanno dato la tragica notizia di quanto avvenuto a Genova Cornigliano dove un padre di famiglia prima ha ucciso le due figlie di dieci e quattordici anni, poi la moglie, ed infine si è tolto la vita, lasciando un biglietto dove spiegava di non essere più in grado di affrontare la propria esistenza, gravata da numerosi problemi, primo fra tutti quello del gioco.

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La ricostruzione della vita di questo padre di famiglia ha evidenziato che l’uomo era divenuto un giocatore compulsivo di lotterie istantanee, gratta e vinci ed altre forme di gioco legalizzato dallo Stato.
Ed è il gioco, a quanto le indagini sembrano avere accertato, ad averlo portato a compiere la strage coinvolgendovi le due figlie e la moglie, vittime innocenti della sua dipendenza dal gioco.
Quattro persone hanno così perso la vita per colpa di uno Stato che ha legalizzato il gioco d’azzardo, con il quale introita cifre importanti per le sue casse, fregandosene delle conseguenze che il gioco, divenuta una vera e propria assuefazione da cui non si può smettere, genera distruggendo la vita di singoli e di interi nuclei famigliari.
Casi come quelli di Genova Cornigliano non sono esempi isolati, e sono destinati a ripetersi se non avremo la forza di intervenire.
E’ giusto tutto ciò?
No, anzi è un qualcosa che grida vendetta e che richiede interventi contro uno Stato che pur di fare cassa non tutela, come ha ricordato il direttore di Pavaglione Lugo, la salute dei cittadini, così come previsto dalla Costituzione italiana.
La società civile, la politica e le istituzioni devono mobilitarsi per contrastare il gioco d’azzardo legalizzato nelle sue varie forme.
La dignità e la vita umana sono valori troppo importanti perché possano essere sacrificati sull’altare del profitto.

Roberto Drei
Consigliere Comunale Per La Buona Politica